Love me do !
Ama e amami. E’ questo il grido della generazione degli anni 60. L’amore libero e condiviso. Nel 1963 viene pubblicato il primo album dei Beatles, Please Please Me. Un semplice album che diventa simbolo di una decade, inizia infatti il fenomeno della British invasion, maggiori rappresentanti di questo periodo sono stati gruppi come The Beatles, The Rolling Stones, The Who, The Animals, ecc. La rivoluzione culturale e musicale di questo periodo finirà con il più celebre concerto della storia. E’ il 1969 quando a Bethel (New York) si svolge l’epocale Festival di Woodstock culmine della controcultura hippy del decennio che esploderà poi negli anni 70. Le esibizioni di artisti come Jimi Hendrix, Janis Joplin e gli Who entreranno negli annali della storia della musica.
In Italia, come sempre, l’onda d’urto del cambiamento e della libertà arriverà lentamente e quasi a fine decade con le famose rivoluzioni universitarie nelle maggiori città italiane: fenomeno che sarà chiamato dalle generazioni future “il ’68” e che segnerà l’affermazione definitiva dei giovani sulla scena sociale, politica e culturale.
Ma gli anni 60 non furono solo questi. In Italia specialmente questo periodo coincide non solo con la rivoluzione giovanile, ma anche con lo sviluppo di quello che un giornale inglese aveva definito miracolo economico. Dalla Gran Bretagna era giunto un attestato prestigioso per le credenziali e l’immagine dell’Italia.
Infatti l’Italia in questi anni divenne una nazione decisamente industriale, mentre prima era un paese prevalentemente basato sull’agricoltura.
Lo sviluppo dell’industria venne favorito da una grande quantità di manodopera a basso costo, spesso fornita da lavoratori meridionali, che in questo periodo iniziavano a emigrare in moltissimi, verso le regioni industrializzate.
I risultati raggiunti dall’economia italiana fecero parlare di miracolo. I suoi simboli erano le automobili di piccola cilindrata, gli elettrodomestici e il turismo di massa.
Quante cose in un sole decennio! Ecco perché anche questa settimana, quando siamo stati trasportati indietro nel tempo abbiamo pensato di raccontare in uno scatto tutta la vivacità, la gioia di una decade così rivoluzionaria e di rottura rispetto alle epoche precedenti. L’utilizzo dei blue jeans anche per le ragazze, la rottura con i modelli precedenti, lo scontro padre-figli, la musica rock, le prime gite fuori porta imitando le immagini dei film americani, la libertà di godersi una giornata di otium per se stessi, dopo anni di preoccupazioni e guerre.
Ci siamo immaginati in una campagna alle porte di Roma, il profilo della Capitale all’orizzonte, una meravigliosa giornata autunnale, le famose Ottombrate romane, cestino di vimini pieno di frutta e un panino semplice ma con un tocco in più. Siamo influenzati dalle nuove mode e tendenze esterofile perciò abbiamo aggiunto al classico panino con la frittate anche una goccia di ketchup, questa nuova salsa che viene da lontano, che sembra pomodoro ma è più dolce! Siamo un po’ scettici come Albertone nel film Un americano a Roma, ma è la moda e la seguiamo, così come i pantaloni! Chi l’avrebbe mai detto! Come sono comodi rispetto alle gonne!!! Che emozione!
Negli anni 60 dalle rivolte studentesche del 1968, in poi i blue jeans, anche per la semplicità e l’essenzialità delle loro forme, espressero in maniera concreta il rifiuto, da parte soprattutto del mondo giovanile, delle convenzioni sociali, dell’abbigliamento formale e alla moda che rispecchiava le differenze esistenti fra le diverse classi sociali e i differenti ruoli sociali: i blue jeans si trasformarono quasi in un un’uniforme del mondo giovanile e divennero il simbolo per eccellenza dell’ “antimoda”, della spinta egualitaria presente nelle nuove generazioni e che univa in un progetto ideale comune tanto gli studenti che gli operai. (R. Caterina, I blue-jeans: storia e vicissitudini di un mito collettivo, pp. 116-117)
Ci fa compagnia anche una radiolina portatile che suona le hit del momento Riderà di quel figo di Little Tony, Cuore della dolcissima Rita Pavone e la nostra preferita Che colpa abbiamo noi dei Rokes.
Volete preparare anche voi un panino favoloso per una gita fuori porta utilizzando ingredienti semplici che vi ricordano i sapori di una volta????
Ingredienti:
- 1 panino morbido
- 2 uova
- pan grattato
- 2 cucchiai di Parmiggiano
- erbette aromatiche ( timo, basilico, menta ecc)
- 1 patata
- foglie di insalata
- Ketchup
Preparazione:
Come prima cosa sbattete bene ben le uova e aggiungete in ordine pan grattato, il parmiggiano, le erbette spezzettate. Regolate di sale e pepe. Nel frattempo bollite in acqua fredda una patata. Una volta cotta schiacciatela e aggiungetela al composto di uova. La patata renderà la frittata più alta e soffice. Ora siete pronti per friggere le vostre frittatatine. Una volta cotta scolate un po’ di olio e ora siete pronti per farcire il vostro panino alternando uno strato di insalata a uno di frittatina per concludere con una goccia di ketchup. Squisito!!!
Siete curiosi invece di realizzare un look anni 60?
Grazie a Doriana, del salone Doris Hair a Foggia, il gioco è presto fatto.
Doris ha iniziato cotonandomi un po’ i capelli dalla radice per poi realizzare delle onde larghe e dar movimento al volto, dando volume al capello proprio come era in voga in quegli anni. Poi ha proseguito lavorando parecchio sulla forma ad ali di gabbiano delle sopracciglia e sul trucco degli occhi. Negli anni ’60 il make-up ha ormai un potere incredibile, sia culturale che commerciale: ormai le pubblicità riempiono le riviste e le donne più chic diventano modelle dei loro brand preferiti. Gli occhi infatti diventano l’arma di seduzione più forte. Ciglia lunghissime, ombretti mat e colorati, eyeliner sempre più presenti. Molto più semplice invece il ruolo svolto dal blush e dal fondotinta. Per finire le labbra ricoperte con un velo di lip gloss proprio per non spostare l’attenzione dallo sguardo alla bocca.
ps: un grazie speciale va sempre al fotografo Roberto Pepe che nonostante le ristrettezze dello spazio e il set allestito nel salone di Doriana è riuscito anche questa volta a rendere ogni scatto davvero convincente!